Produzione
Opera Network
Ensemble San Felice

in collaborazione con
Cantiere Internazionale d’Arte Montepulciano
Teatrodante Carlo Monni Campi Bisenzio

DON GIOVANNI
Mozart – Gazzaniga

 



adattamento drammaturgico Carla Zanin
direzione artistica Paolo Bellocci

ENSEMBLE SAN FELICE
direttore Federico Bardazzi

regia Andrea Bruno Savelli
scenografie virtuali Ines Cattabriga, Carla Zanin
costumista Giulia Gianni

 

Personaggi e interpreti Mozart
Don Giovanni Marcello Lippi baritono
Leporello Claudio Ottino baritono
Donna AnnaSusanna Rigacci soprano
Donna Elvira
Letizia Dei soprano
Zerlina Choi Seoyeon mezzosoprano
Don OttavioChen Dalai tenore
Il Commendatore Ivan Volkov basso

Personaggi e interpreti Gazzaniga
Don Giovanni Enkebatu tenore
Pasquariello Sandro Degl’Innocenti baritono
Donna Elvira Oksana Maltseva soprano
Donna Anna Doriana Tavano soprano
Maturina Miao Jiao soprano
Donna Ximena Floriano D’Auria mezzosoprano
Duca Ottavio Yuan Jianguang tenore
Lanterna Francesco Marchetti tenore
Biagio Umut Gurbuz Seydiayoglu baritono
Il Commendatore Jing Shuhengbasso

Orchestra
oboi
Marco Del Cittadino, Cesare Pierozzi
corni Andrea Mugnaini, Gianni Calonaci
violini I
Petru Ladislau Horvath*, Kevin Mucaj
violini II Maurizio Cadossi, Ana Aline Valentim
viola Anna Noferini
violoncello Stefano Aiolli
contrabbasso Pablo Escobar
mandolino Andrea Benucci
assistente musicale e clavicembalo Dimitri Betti

Il Don Giovanni
il mito intramontabile: l’opera e il suo doppio

Don Giovanni di Mozart – Gazzaniga, nell’adattamento drammaturgico di Carla Zanin, una nuova produzione di Opera Network con la direzione artistica di Paolo Bellocci.
Il gruppo vocale e strumentale è formato da giovani talenti provenienti da tutto il mondo che affiancano importanti artisti quali il soprano Susanna Rigacci, il baritono Marcello Lippi, il basso baritono Claudio Ottino e il violinista Pietro Horvath. La direzione musicale è affidata a Federico Bardazzi, la regia è di Andrea Bruno Savelli. Di grande suggestione le scenografie virtuali ideate da Carla Zanin e realizzate da Ines Cattabriga, con effetti visivi giocati su due piani espressivi: la Pop Art per Gazzaniga e le atmosfere Cyber per le scene mozartiane.
I costumi sono a cura di Giulia Gianni.
Il Direttore Federico Bardazzi interpreta la partitura del Gazzaniga in chiave brillante senza incedere in leziosismi e incastona le pagine mozartiane con un taglio drammatico e sferzante.

 

Vite parallele:
Giuseppe Gazzaniga Don Giovanni Tenorio o sia Il convitato di pietra

Wolfgang Amadeus Mozart Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni
La connessione tra le due opere nasce già dalla loro prima rappresentazione: il 5 febbraio 1787 a Venezia al Teatro San Moisè il Don Giovanni Tenorio di Gazzaniga e sulla scia del suo grande successo, a distanza di pochi mesi, il 29 ottobre dello stesso anno a Praga presso il Teatro degli Stati Il dissoluto punito di Mozart. L’opera di Gazzaniga godette all’epoca di un successo superiore al Don Giovanni mozartiano e dopo Venezia, fu ripresa a Bologna, Milano e Torino, Lisbona, Londra e Madrid.
Fu successivamente proposta da Luigi Cherubini il 10 ottobre 1791 al Théâtre Feydeau di Parigi, in una inedita versione che accostava all’atto unico di Gazzaniga alcuni inserti del Don Giovanni mozartiano.
L’attuale produzione di Opera Network trae ispirazione dalla ardita operazione teatrale parigina di Cherubini, riproponendone una particolare messa in scena dopo oltre due secoli.

Canone inverso
Nell’adattamento drammaturgico ideato da Carla Zanin, l’opera di Gazzaniga nel libretto di Bertati mantiene l’andamento classico, fatta eccezione per il finale: Don Giovanni viene inghiottito dall’inferno e la storia si conclude con il previsto lieto fine (Che bellissima pazzia! Che stranissima armonia! Così allegri si va a star) a cui però partecipa lo stesso Don Giovanni, incredibilmente riemerso dalle fiamme in un ennesimo quanto insperato colpo di fortuna o forse per grazia divina.
Diversamente, nel Mozart-Da Ponte, Don Giovanni è convinto di aver ucciso il Commendatore nel duello, in realtà lo ferisce gravemente e viene a sua volta ferito mortalmente.
Nello svolgersi delle successive scene la ferita di Don Giovanni si acuisce lentamente e inesorabilmente. Quando Don Giovanni crede di incontrare la statua del Commendatore nel cimitero in realtà vede la sua ombra; nel finale Don Giovanni non muore inghiottito dalle fiamme dell’inferno, ma per l’aggravamento della sua ferita.
Nell’intento di restituire l’autentica dimensione tragica degli eventi, lo spettacolo si conclude con la morte di Don Giovanni: un finale che forse Mozart e Da Ponte stessi avrebbero preferito, senza i condizionamenti sociali del loro tempo che nel sestetto conclusivo Questo è il fin di chi fa mal… esprimono una vera e propria “sentenza morale” e il (cinico) sollievo per la vendetta compiuta.

Sinossi
Atto I
Leporello / Pasquariello attende il suo padrone Don Giovanni, introdottosi mascherato in casa di Donna Anna per sedurla e, se del caso, violentarla, lamentandosi della sua condizione di servitore. Ma la tentata violenza da parte del nobile non riesce: egli era intento a cercare di violentare Donna Anna che, anche se all'inizio credeva che fosse il suo fidanzato Don Ottavio a farle visita, subito dopo si era accorta dell'inganno ed era riuscita ad allontanare il nobiluomo dalla sua stanza, facendolo scappare fino in giardino, dove il servo lo attendeva. Sopraggiunge allarmato il Commendatore, padre di Anna, che dopo aver mandato la figlia a chiamare i soccorsi, sfida a duello Don Giovanni. Questi, prima riluttante, accetta ed in pochi istanti uccide il vecchio. Ritrova Leporello che, spaventato, si era nascosto. Ora che il Commendatore è stato ucciso, al nobile ed al suo complice non resta che fuggire. Donna Anna, quando scopre il cadavere del padre, sviene per il dolore; Don Ottavio, che l'accompagna, la soccorre e le promette di vendicare la morte del suocero a qualsiasi costo.

Nel frattempo, Don Giovanni è per strada con Leporello in cerca di nuove conquiste e, mentre parla con quest'ultimo, scorge da lontano una fanciulla tutta sola e le si avvicina, ma quando scopre che quella dama è Donna Elvira, da lui già sedotta ed abbandonata pochi giorni prima e che ora lo cerca disperata d'amore, si trova in grande imbarazzo. Don Giovanni cerca di giustificarsi e quando Donna Elvira viene distratta da Leporello, si allontana in fretta lasciando il povero servo a tentare di placare la furia funesta di donna Elvira: viste le circostanze, egli non può far altro che rivelarle la vera natura del carattere di Don Giovanni e, in un'aria del catalogo, elenca l'infinita serie delle sue conquiste di donne in tutto il mondo: 640 in Italia, 231 in Germania, 100 in Francia, 91 in Turchia e in Spagna 1003.

Donna Elvira, sebbene sia sconvolta e molto triste, non vuole arrendersi e ricercherà quel birbone di Don Giovanni affinché si penta definitivamente delle sue malefatte. Intanto, un gruppo di contadini e contadine festeggiano le nozze di Zerlina e Masetto. Don Giovanni e Leporello, fuggiti da Donna Elvira, vanno a vederle. Intenzionato a sedurre la fresca sposina, Don Giovanni fa allontanare con una scusa il marito in compagnia di Leporello (che stava corteggiando alcune invitate) con tutti gli altri paesani, suscitando l'ira di Masetto che però riesce a contenersi e, rimasto solo con la giovane Zerlina, la invita a seguirlo e le promette di sposarla. Proprio quando Zerlina sta per cedere alle promesse e alle lusinghe di Don Giovanni, sopraggiunge Donna Elvira arrabbiatissima, che la avvisa delle cattive intenzioni del malvagio libertino e la porta via con sé mentre arrivano Donna Anna e Don Ottavio, venuti a chiedere a Don Giovanni aiuto per rintracciare l'ignoto assassino del Commendatore, senza sapere che sia stato proprio lui. Donna Elvira arriva di nuovo e dice di non credere a Don Giovanni, ma questi la accusa di essere pazza. Donna Anna e Don Ottavio, partiti Don Giovanni e Donna Elvira, rimangono soli: Donna Anna ha riconosciuto dalla voce di Don Giovanni l'uccisore del padre, ricorda al fidanzato la sua promessa e poi parte. Rimasto solo, Don Ottavio rimane stupito dalle parole di Donna Anna, ma prima di arrestare Don Giovanni, decide di andarla a consolare.

Don Giovanni, per sedurre Zerlina, ordina a Leporello di organizzare una grande festa in onore del matrimonio. Partiti, Zerlina cerca di farsi perdonare da Masetto ma nel frattempo arriva Don Giovanni che li invita al ballo insieme agli altri paesani. Prima della festa, Donna Anna, Don Ottavio e Donna Elvira vogliono andare mascherati al matrimonio che Don Giovanni ha organizzato, per arrestarlo. Il donnaiolo ordina a Leporello di invitarli, senza sapere le loro intenzioni. Arrivano contadini e contadine in festa che iniziano a scherzare e ballare. Il cavaliere balla con Zerlina e la conduce in disparte per farla sua, mentre Leporello intrattiene ancora Masetto. Ma la giovane grida fuori scena e tutti vengono in suo soccorso. Don Giovanni dapprima cerca di accusare della tentata violenza l'innocente Leporello, ma Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, gettate le maschere, lo accusano apertamente e cercano di arrestarlo insieme a Masetto, Zerlina e agli altri paesani. Don Giovanni e Leporello, però, riescono a fuggire.

Atto II
La Sera, di fronte alla casa di Donna Elvira, Don Giovanni e Leporello discutono animatamente (Eh via, Buffone). Inizialmente quest'ultimo, dopo le accuse rivoltegli ingiustamente, vorrebbe prendere le distanze dal suo padrone, ma questi, offrendogli del denaro, lo convince a tornare al suo servizio attuando una nuova impresa: scambiare con lui gli abiti in modo tale che mentre il servo distrae Elvira, egli possa corteggiare impunemente la sua cameriera. Donna Elvira, affacciatasi alla finestra (Ah, taci ingiusto core), cade nel tranello e si illude che Don Giovanni si sia pentito e ravveduto.

Dopo che Donna Elvira e Leporello travestito si sono allontanati, Don Giovanni intona una serenata sotto la finestra della cameriera. Sopraggiunge Masetto in compagnia di contadini e contadine armati in cerca del nobile per ucciderlo. Protetto dal suo travestimento, Don Giovanni riesce a far allontanare tutti gli altri tranne Masetto (Metà di voi qua vadano): rimasto solo con il giovane e con l'inganno privato delle sue armi, Don Giovanni lo prende a botte e si allontana. Zerlina, di lì passante, soccorre il marito che quando le rivela l'accaduto, decide insieme a questi di catturare non solo Don Giovanni ma anche il suo sfortunato complice dato che Masetto crede di esser stato picchiato da lui (Vedrai carino).

Nel frattempo, Leporello / Pasquariello travestito non sa più come comportarsi con Donna Elvira che lo incalza e vorrebbe fuggire senza dare nell'occhio: trovata un'uscita, decide di tagliare la corda, ma è bloccato dall'arrivo di Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto accompagnati da servi, contadini e contadine, che credendolo Don Giovanni, si fanno avanti per catturarlo e ucciderlo, non prima che però il poveretto riveli la sua vera identità (Sola sola in buio loco). Le cose comunque non cambiano, Zerlina lo accusa di aver picchiato Masetto, Donna Elvira di averla ingannata e Don Ottavio e Donna Anna di tradimento, quindi lo vogliono uccidere ugualmente. Il servo spiega a Masetto e a Zerlina di non sapere nulla, dato che è da un'ora che gira con Donna Elvira e spiega a Donna Anna e a Don Ottavio che non ha colpa di tradimento verso di loro, poi fugge (Ah, pietà signori miei). Don Ottavio è sempre più deciso ad assicurare Don Giovanni alla giustizia e parte per vendicare gli amici (Il mio tesoro). Mentre Masetto cerca Don Giovanni, Zerlina raggiunge Leporello e cerca di eliminarlo perché non crede alle sue parole, ma con l'inganno Leporello riesce a fuggire nuovamente (Per queste tue manine). Zerlina, insieme a Donna Elvira, cerca di inseguirlo ma sopraggiunge Masetto che spiega che Leporello è innocente perché ha visto Don Giovanni con gli abiti del servo, poi partono. Donna Elvira, rimasta da sola, dà sfogo a tutta la sua amarezza e rabbia ai suoi sentimenti contrastanti, divisi fra l'amore per Don Giovanni e il desiderio di vendetta nei suoi confronti (In quali eccessi e Mi tradì quell'alma ingrata).

È notte fonda, verso le due. Don Giovanni si è rifugiato nel cimitero e attende Leporello. Questi arriva e racconta al padrone ciò che gli è capitato dicendo che avrebbe fatto meglio ad andarsene invece di accettare la sua offerta di soldi: Giovanni reagisce ridendo di gusto all'accaduto del suo servo, ma all'improvviso si ode una voce minacciosa: «Di rider finirai pria dell'aurora». Stupiti, si guardano intorno per vedere di chi fosse quella voce tenebrosa, ma la si sente ancora dicendo «Ribaldo, audace, lascia ai morti la pace». È la statua funebre del Commendatore a parlare. Leporello è tremante nascosto sotto una panchina, ma Don Giovanni non ne è per nulla intimorito, anzi, ordina beffardo a Leporello, terrorizzato, di invitarla a cena (Oh statua gentilissima): la statua accetta rispondendo terribilmente "Sì".

Palazzo del Commendatore, notte. Don Ottavio chiede a Donna Anna se si sia decisa a sposarlo. Donna Anna dice che lo ama moltissimo ma è troppo addolorata per la perdita del padre, quindi dichiara che potrà sposarlo solo quando il colpevole di questo atroce delitto (Don Giovanni) sarà arrestato (Non mi dir). Don Ottavio non può fare a meno di darle ragione: lui e i suoi amici vendicheranno il Commendatore, ma nessuno di loro sa che Don Giovanni lo ha invitato a cena nel suo palazzo.
Nel palazzo di Don Giovanni, tutto è pronto per la cena: la tavola è preparata, i musicisti sono al loro posto ecc... Quindi Don Giovanni si siede a mangiare. Il licenzioso cavaliere si intrattiene ascoltando brani delle opere: Una cosa rara di Vicente Martín y Soler, Fra i due litiganti il terzo gode di Giuseppe Sarti e infine in una spiritosa autocitazione, Le nozze di Figaro, in quel caso, l'aria di Figaro Non più andrai farfallone amoroso dello stesso Mozart (Già la mensa è preparata). Giunge all'improvviso Donna Elvira, che implora ancora una volta a Don Giovanni di pentirsi (Ultima prova dell'amor mio), ma questi si prende gioco di lei e la caccia via. La donna esce di scena, ma la si sente gridare terrorizzata. Don Giovanni ordina a Leporello di andare a vedere cosa stia accadendo là fuori e si sente un altro grido e questa volta è Leporello a tornare pallidissimo e tremante: alla porta c'è la statua del Commendatore! Dato che il servo è troppo spaventato, lo stesso Don Giovanni, allora, si reca ad accoglierla a testa alta mentre il servo si nasconde sotto al tavolo. Entra quindi la statua del Commendatore (Don Giovanni a cenar teco), vedendo Don Giovanni stupito e Leporello tremante che cerca di convincere il padrone a scappare, malgrado egli rifiuti.

Il "convitato di pietra" vuole ricambiare l'invito, e propone a Don Giovanni di recarsi a cena da lui, porgendogli la mano. Impavido e spericolato, Don Giovanni accetta e stringe la mano della statua: pur prigioniero di quella morsa letale, rifiuta fino all'ultimo di pentirsi. Il Commendatore, molto arrabbiato, scompare in mezzo a nubi di foschia, improvvisamente compare fuoco da diverse parti e si sente un gran terremoto; sono demoni e diavoli che stanno richiamando il libertino all'inferno. Egli cerca di sfuggire al suo destino ma il potere dei mostri è troppo forte e Don Giovanni viene inghiottito dalle fiamme dell'inferno. Giungono gli altri personaggi con servi, contadini e contadine pronti ad arrestarlo. Leporello riferisce l'orribile scena appena accaduta. Dato che il Cielo ha punito l'incorreggibile libertino, Don Ottavio chiede a Donna Anna se questa volta ella sia disposta a sposarlo ma il suo cuore si deve ancora sfogare, Masetto e Zerlina vanno a cena insieme ai loro amici, Donna Elvira, poiché l'unico uomo che ha amato, Don Giovanni, è morto, decide di ritirarsi in convento e Leporello va a cercare un padrone migliore. Il sipario si chiude infine sui personaggi che dopo aver cantato il concertato finale (Questo è il fin di chi fa mal) si allontanano in direzioni diverse.
Associazione Culturale Firenze   info@ensemblesanfelice.com